Verona nella strategia della tensione – ciclo di incontri

Con la definizione “strategia della tensione” si indica quel periodo storico caratterizzato dallo stragismo, che la verità storica, e in parte quella giudiziaria, hanno attribuito ai gruppi neofascisti italiani, coadiuvati e protetti dai servizi segreti italiani e statunitensi e dai rispettivi vertici politici. Secondo le rivelazioni del giudice Guido Salvini (si veda “La strage di Piazza Fomtana, Chiarelettere, 2019) e dalle carte della nuova inchiesta di Brescia, emergerebbe che il gruppo neofascista veronese di Ordine Nuovo fu al centro delle trame eversive. Al momento si ipotizza addirittura che gli esecutori materiali, sia della strage di Piazza Fontana che di quella di Piazza della Loggia, siano ordinovisti veronesi. Per approfondire questi argomenti, e quelli ad essi correlati, il Centro di documentazione Giorgio Bertani, in collaborazione con Infospazio161 e Libre Verona, ha organizzato un ciclo di tre conferenze.

Il primo incontro, che si terrà Sabato 16 Dicembre, dalle 17.30, vedrà come nostro ospite Oreste Veronesi, dottore magistrale in storia. Oreste ci esporrà la sua ricerca sulla costruzione della figura del “mostro” Pietro Valpreda, il ballerino anarchico ingiustamente incarcerato durante i depistaggi che miravano ad avvalorare gli anarchici come fautori della strage di Piazza Fontana. Una caccia alle streghe che portò anche, e non possiamo certo dimenticarlo, all’omicidio di Giuseppe Pinelli, defenestrato durante un interrogatorio nella Questura di Milano. In fondo i tentativi di depistaggio, o meglio, di confutare la realtà, non sono mai finiti. E se nell’ultimo anniversario della strage di Bologna elementi governativi rilanciarono la pista palestinese, per quanto riguarda la strage di Piazza Fontana, come riportato da “La Repubblica” del 12 dicembre 2021, alcuni senatori utilizzarono l’account Twitter ufficiale del Senato per rilanciare la pista anarchica. Oreste Veronesi ci accompagnerà poi nella ricostruzione fatta dal giudice Guido Salvini, che a lungo si è occupato della strage di Piazza Fontana per identificare l’esecutore materiale dell’eccidio. Sarà poi il giornalista Gianni Barbacetto a mettere insieme gli indizi lasciati dal giudice, Novello Pollicino, per arrivare all’ordinovista veronese Claudio Bizzarri, morto a pochi mesi dall’uscita del libro. Ipotesi? Ricostruzioni storiche? Verità giudiziarie? Difficile, se non impossiblile dopo la morte di Bizzarri arrivare a dipanare in modo definitivo le responsabilità personali di tutti gli attentatori implicati nella strage di Piazza Fontana ma, dopo la fine dell’incontro e del consueto dibattito vi proporremo la visione di alcuni estratti di un documentario prodotto da Rai News nell’ambito della trasmissione Spotylight. Si tratta di una storia comprovata da alcuni documenti desecretati negli Stati Uniti cheracconta la creazione in Italia da parte dei servizi segreti militari statunitensi, all’indomani della fine della seconda guerra mondiale, di una rete di spie naziste in chiave anticomunista. Nel documentario ancora il giudice Salvini racconterà come questa storia sia in relazione con Piazza Fontana. Vedere la foto del criminale di guerra Karl Hass, superiore del capitano SS Priebke, con nuove generalità e un nuovo “lavoro”, in posa accanto al colonnello italo-americano Longo, al battesimo del figlio di quest’ultimo, è un vero e proprio pugno nello stomaco. La foto, rinvenuta nell’archivio del SISMI, parla da sola e ci da gli strumenti per avviarci al secondo incontro.

Il secondo incontro, in programma Sabato 20 Gennaio, dalle 17.30, vedrà come nostro ospite Saverio Ferrari, direttore dell’Osservatorio democratico sulle Nuove Destre. Ci esporrà i punti salienti della nuova inchiesta sulla strage di Piazza della Loggia. Agli atti risultano forti indizi rispetto agli imputati Marco Toffalini e Roberto Zorzi, oggi residenti rispettivamente residenti in Svizzera e negli Stati Uniti, accusati di essere gli esecutori materiali della strage. La foto in cui Toffaloni si sporge a guardare i morti riversi nella piazza è emblematica, ma non è la prova indiziaria più grave nei confronti dell’allora ordinovista veronese. In aggiunta vi sono altri indizi che chiamano in causa le strutture Nato, in particolare la sede del Comando Nato per le Forze Terrestri del Sud Europa, ubicato in via Roma a Verona. Risulterebbero collusioni da parte dell’Arma dei Carabinieri e dei servizi segreti italiani. Ad affiancare Ferrari vi sarà Giovanni Bonetto, collaboratore del Centro di documentazione Giorgio Bertani e sudioso di lungo corso delle trame eversive veronesi. Per finire i relatori affronteranno anche il tema del gruppo Ludwig che a detta di Saverio Ferrari, e dalle carte dell’inchiesta bresciana, non appare certo come un progetto isolato di Abel e Furlan, ma sembra invece una costola strutturale di Ordine Nuovo. Recentemente Saverio Ferrari ha pubblicato un libro: “Ludwig. La nostra fede è il nazismo” per la collana Storia dei grandi segreti d’Italia della Gazzetta dello Sport.In terzo incontro si terrà Sabato 24 febbraio, sempre dalle 17.30, e affronterà il tema della storia di Ordine Nuovo. Nostri ospiti saranno Elia Rosati, autore, insieme ad aldo Giannuli, di “Storia di Ordine Nuovo” e Giovanni Bonetto. Una serata davvero importante per mettere insieme i pezzi e dare un senso logico e cronologico dalla nascita alla fine del gruppo eversivo dell’estrema destra, passando da una panoramica generale all’analisi del fenomeno veronese.

 Il Centro di documentazione Giorgio Bertani invita la cittadinanza alla partecipazione presso la nostra sede, sita nei locali di InfoSpazio161 (Via Carducci 32).

Vi aspettiamo!

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