La conferenza sulla strage di Piazza Fontana

LA CONFERENZA SU PIAZZA FONTANA

Ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato al primo incontro, quello sulla strage di Piazza Fontana, nell’ambito del ciclo dedicato a “Verona nella strategia della tensione”. Il nostro ospite, Oreste Veronesi, ha esposto il frutto dei suoi studi rispetto al ruolo dell’informazione locale, (e in particolare del quotidiano veronese “L’Arena”) nella costruzione del “mostro” Valpreda, l’anarchico accusato, assieme ad altri compagni, della terribile strage del 12 dicembre. L’asservimento di una buona parte della carta stampata fu comunque bilanciato in qualche modo dal ruolo della contro-informazione che già a poco più di un anno di distanza dall’attentato riusciva a far emergere con forza la vera matrice dell’eccidio attraverso il famoso libro dal totolo che diverrà iconoco, “La strage di stato”.

Importante, a nostro avviso, anche la contestualizzazione dell’avvenimento specifico all’interno della cosidetta Strategia della tensione che, ci ha raccontato Oreste Veronesi, non va collocata semplicemente in un progetto di destabilizzazione non circoscritta a livello nazionale ma invece pianificato su scala internazionale. Non è certo un caso che in quegli stessi anni nei quali l’Italia era insanguinata dalle bombe neofasciste dall’altra parte del mondo, in America Latina, andava in scena il Plan Condor, che mirava a schiacciare sotto il tallone fascista tutta l’America centrale e meridionale.

Il documentario prodotto da Rainews nell’ambito della trasmissione “Spotylight” proiettato dopo la relazione di Oreste veronesi indicava, attraverso documenti e gli interventi del giudice Guido Salvini, (che si occupò  della strage di Piazza Fontana negli anni Novanta), la vicinanza tra il servizio segreto militare statunitense e i gruppi neofascisti italiani, ed in particolare Ordine Nuovo), anche attraverso la rete di spie assoldate direttamente dai servizi Usa in chiave anticomunista. Si trattava, afferma il giudice Salvini ma soprattutto documenti statunitensi recentemente desecretati, di una rete composta da ex appartenenti alle SS, i cui terminali erano il colonnello italo americano Longo e Karl Hass, ex maggiore del Terzo Reich e superiore di Eric Priebke.

Anche per queste incredibili alleanze e sinergie Verona, sede del Comando Nato per le forze terrestri del Sud Europa e dell’Ufficio dedicato alla guerra psicologica, fu, all’epoca cella strategia della tensione, un nodo cruciale di quel coacervo di fprze determiante ad imprimere una svolta conservatrice nella società italiana attraverso l’arma della paura.

Claudio Bizzarri, ordinovista veronese morto all’indomani della pubblicazione del libro  “La maledizione di Piazza Fontana” scritto dal giudice Guido Salvini, risulterebbe, secondo il giornalista Gianni Barbacetto che ha messo in fila i numerosi indizi contenuti nel libro, come l’esecutore materiale della strage del 12 dicembre 1969. “Il paracadutista”, così nominato nel testo del giudice, non potrà più rispondere alle accuse che gli vengono mosse che restano in ogni caso gravi e circostanziate. Allo stesso modo la verità sulla strage resta indefinita se non per la matrice, accertata in modo incontrovertibile, chiaramente neofasista, al di là dei tentativi di alcuni senatori che, ancora nel 2022, provarono, in modo grottesco, ad alimentare nuovamente la pista anarchica.

E’ possibile vedere la registrazione in diretta della conferenza sul nostro canale YouTube collegandosi al link https://www.youtube.com/watch?v=LSkCTMsxi-c

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