Solidarietà agli e alle attiviste di Ultima Generazione indagati e criminalizzati . No alla repressione del dissenso.

Desideriamo solidarizzare con le attiviste e gli attivisti di Ultima Generazione che, sono entrati a tutti gli effetti nel mirino di un governo autoritario e repressivo.
Riteniamo del tutto folli e fuorvianti le accuse a loro rivolte, che provano a collocare azioni di disobbedienza civile e nonviolente, come reati che prevedono l’incriminazione per associazione a delinquere, come ha fatto la procura di Padova, sanzioni penali sempre più estese e multe che vanno dai 10mila ai 60mila euro.

Il dissenso è un diritto garantito dalla Costituzione e uno dei pilastri del principio democratico, soprattutto quando ad essere in pericolo è la stessa sopravvivenza della specie umana. Ogni protesta, per essere tale, porta con sè una radice conflittuale che, per essere disinnescata, ha bisogno di ascolto e risposte chiare, mentre ci stiamo confrontando con un muro di silenzio ormai seriamente preoccupante.

I cittadini e le cittadine  attivi nella campagna “Non paghiamo il fossile” di Ultima Generazione stanno mettendo in atto azioni eclatanti ma, ripetiamo, radicalmente nonviolente. Questo perché il tema della crisi climatica non viene affrontato in modo serio e strutturale da questo come dai precedenti governi.

Il tempo è davvero poco e la cosiddetta “transizione ecologica” pare non decollare. Un segnale chiaro, come chiedono le attiviste e gli attivisti del movimento ecologista, sarebbe quello di “transitare” i finanziamenti, a partire dai sussidi diretti, che sono immediatamente ricollocabili, dal comparto dell’energia fossile a quello delle rinnovabili.
Lo si potrebbe fare anche gradualmente, presentando ai cittadini una scansione temporale concreta e spiegando nel dettaglio quali siano programmi e progetti.
Quello che traspare dal governo Meloni è, invece, la volontà di criminalizzare un movimento, dimostrando una inquietante vicinanza al negazionismo climatico.

Spesso attiviste ed attivisti che si battono per la giustizia climatica e sociale vengono indicati nei dibattiti televisivi come delinquenti e insultati, ridicolizzati o infantilizzati, mentre gran parte delle sezioni ambientaliste della società vengono etichettate come “ecologisti ideologici”.
Allo stesso tempo diversi media raccontano le azioni di Ultima Generazione, nei musei o nei luoghi di interesse culturale, come dei “danneggiamenti”, omettendo colpevolmente che in tutti questi casi i quadri presi a bersaglio erano protetti da vetri di sicurezza e non sono mai stati danneggiati.

Nel caso dell’imbrattamento di Palazzo Vecchio a Firenze si è levato invece un coro di benpensanti e di ecologisti dell’ultima ora che hanno gridato allo scandaloso spreco d’acqua, dimenticando però che quei 5mila litri utilizzati per pulire equivalgono all’impronta idrica necessaria per la produzione di uno/due hamburger! Lo stesso sindaco di Firenze, Nardella, pare non ricordare l’ordinanza da lui promulgata qualche anno fa e che prevedeva, per semplici motivi di “decoro” e  in chiave anti bivacco per turisti e senzatetto, di bagnare sistematicamente con litri e litri d’acqua tutte le scalinate delle chiese cittadine.
Il fatto vero è che i tempi della politica e la sua condizione di sudditanza palese e continuata all’economia fossile, sta mettendo a rischio la vita sulla Terra. Probabilmente è per questo che gran parte della politica risponde alle giuste e sacrosante richieste degli attivisti schiumando rabbia e reprimendo. Semplicemente perché non sanno e non possono dare risposte senza mettere in profonda discussione il sistema economico e produttivo vigente e perché non sono in grado nemmeno di immaginare un mondo diverso e alternativo nel quale il massimo profitto non sia l’unico obiettivo.
Ribadiamo quindi la nostra solidarietà agli attivisti di Ultima Generazione, ringraziandoli per la loro “testardaggine”, nel continuare la lotta che non riguarda qualche richiesta corporativa ma, al contrario, riguarda tutte e tutti noi, i nostri figli e le nostri nipoti.

La speranza (più che speranza è una necessità vitale) è che la cittadinanza italiana inizi a vedere le cose sotto la lente dello spirito critico, sostenendo ciò che è giusto in una prospettiva lungimirante e non ciò che è effimero e soltanto in apparenza conveniente.


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