Chi di ponte ferisce di ponte perisce

Articolo di Andrea Nicolini

Dopo diversi mesi di governo Meloni e le numerosissime testimonianze nostalgiche nei confronti del ventennio fascista e del suo “portato culturale e valoriale” abbiamo pensato di iniziare ad accendere i riflettori sull’operato di un governo che, al di là delle insostenibili affermazioni identitarie sta promulgando una serie di provvedimenti che sembrano fatti per criminalizzare le fasce più fragili e povere della società, concedendo nello stesso tempo prebende e agevolazioni ai più ricchi e ai più furbi.

Quello che tentiamo di fare è raccontare i fatti cercando collegamenti e relazioni (a dir la verità molto facili da individuare), che evidenzino le contraddizioni che popolano, spesso con tempistiche e modalità tragicomiche, il governo attualmente in carica.

Il fatto che vi raccontiamo oggi è senza precedenti. Infatti, la maggioranza guidata da Giorgia Meloni proprio oggi avrebbe dovuto approvare agevolmente un provvedimento governativo di eccellenza, ossia il Def, il Documento di programmazione economica e finanziaria. Si tratta, come già scritto in un post precedente, di un provvedimento importantissimo che racchiude le linee di intervento e di azione del governo in materia economica e finanziaria. Si tratta di un provvedimento che deve essere anche sottoposto alla valutazione dell’Unione Europea.

Prima di raccontarvi quello che è successo oggi alla Camera dei deputati vogliamo farvi indietreggiare temporalmente a qualche giorno fa.

Il ministro della cultura Sangiuliano, infatti, dopo aver redarguito quei direttori di musei statali che hanno fatto “ponte” lunedì 24 aprile, (e dopo aver ignorato tutti gli appelli che provengono del mondo della cultura in merito alla carenza di personale) ha pensato bene di “invitare” i direttori museali ad un pranzo di lavoro il 15 agosto. Pugno di ferro, quindi, unitamente all’elevazione dell’attaccamento al lavoro e il proposito di dare l’esempio, punendo i vertici apicali dei musei statali e appuntandosi, allo stesso tempo, una medaglia, (o patacca, a seconda delle sensibilità) al valore dell’integrità morale e lavorativa!

Negli stessi giorni Giorgia Meloni annunciava che nella data del Primo Maggio, e cioè nel giorno della Festa dei Lavoratori, notoriamente invisa alle destre, che il governo sarà invece al lavoro per promulgare norme “a favore dei lavoratori e delle lavoratrici”. Ipotesi davvero tutta da verificare visto che fino ad ora proprio la fascia sociale interessata ha dovuto incassare un decreto che rende più facili e meno svantaggioso assumere personale a tempo determinato e aumentando quindi, di fatto, la precarietà.

Altra patacca da affiggere sul petto di quella classe politica oggi al potere.

Chiudiamo questa lunga parentesi necessaria nel rilevare la tragicomica situazione nella quale è finito il governo italiano. Torniamo quindi a ieri e a quel semplice provvedimento la cui approvazione era scontata, alla luce dei numeri che compongono la maggioranza e l’importanza del Documento di programmazione economica e finanziaria.

Ma oggi, a fronte dei proclami improntati alla rettitudine morale che da diverso tempo, purtroppo, si basa molto sull’attaccamento al lavoro, il governo è andato sotto! È stato cioè battuto proprio sui numeri dalla minoranza. La responsabilità di un simile passo falso in una Camera dei deputati semideserta è dovuta proprio all’assenza dei parlamentari dei partiti di maggioranza. Mancava addirittura il capogruppo di Forza Italia.

Visto l’allineamento che le destre sono (quasi) sempre in grado di recuperare nonostante le differenze e le loro polemiche interne, pare davvero strano che le assenze siano il campanello d’allarme, (una vera e propria campana a dire il vero), è facile invece presupporre che le assenze in aula e il tonfo governativo non siano legati a problemi di visuale o strategia politica quanto invece allo stesso motivo che, secondo il ministro Sangiuliano ha spinto i direttori dei musei a disertare il lavoro…il “ponte” del 25 aprile!

Forse Giorgia Meloni sarà costretta ad organizzare un incontro politico al prossimo Natale! Il 25 aprile, ancora una volta, è fautore di resistenza anche contro questo governo autoritario, classista e incompetente…E, in ogni caso, hanno fatto tutto, ma proprio tutto, da soli. Il risultato è una figuraccia degna di Fantozzi.

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Andrea Nicolini
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