Luca Castellini assolto. Oggi evidentemente è possibile inneggiare a Hiteler. Se lo fai con il sorriso sulle labbra sarà considerato folklore e non istigazione all’odio razziale.
Martedì 4 ottobre si è concluso il processo a carico di Luca Castellini. Le imputazioni a suo carico riguardavano due vicende risalenti agli anni scorsi.
I ringraziamenti a Adolf Hitler
La prima, avvenne alla fine di giugno 2017. Dal palco della festa della Curva Sud dell’Hellas Verona, una delle squadre di calcio infiltrate da una minoranza chiaramente nazifascista, il coordinatore per il nord Italia del partito neofascista Forza Nuova ringraziò per la buona riuscita dell’iniziativa nientemeno che Adolf Hitler. Le parole esatte pronunciate dall’allora capo ultrà e i cori nazisti intonati dagli astanti sono state immortalate in un video postato su facebook che ha destato indignazione in tutta Italia.
Tutto questo avveniva all’interno di una serata aperta al pubblico e su di un terreno concesso dal Comune di Verona nonostante si fosse verificato, qualche anno prima, e sempre nell’ambito dei festeggiamenti organizzati dai gruppi più radicali della tifoseria scaligera, un precedente inquietante che portò all’apertura di un fascicolo da parte della Procura veronese.
Nel luglio del 2014, infatti, furono fotografate, nel parcheggio adibito alla festa, alcune macchine poste in modo da formare una svastica.
Le dichiarazioni razziste dopo gli ululati a Mario Balotelli
La seconda vicenda è avvenuta durante una partita giocata il 3 novembre 2019 allo stadio di Verona, il Marcantonio Bentegodi. Già nelle precedenti partite cori razzisti e i famosi Uh Uh Uh (suoni onomatopeici per imitare il verso delle scimmie) erano stati lanciati dalla tifoseria scaligera all’indirizzo di diversi giocatori di colore. Quel giorno i cori razzisti furono rivolti al giocatore del Brescia Mario Balotelli suscitando la rabbia del calciatore che scagliò il pallone in curva. Nei giorni successivi Castellini rilasciò alcune dichiarazioni che riportiamo di seguito: “Balotelli? Non sarà mai del tutto italiano”, “Ce l’abbiamo anche noi un negro in squadra, che ha segnato ieri, e tutta Verona gli ha battuto le mani”, “Ci sono problemi a dire la parola negro? Mi viene a prendere la Commissione Segre perché chiamo uno negro? Mi vengono a suonare il campanello?”. E ancora: “Noi abbiamo una cultura identitaria di un certo tipo, siamo una tifoseria che è dissacrante, che prende per il c… il giocatore pelato, quello con i capelli lunghi, il giocatore meridionale e il giocatore di colore, ma non lo fa con istinti politici o razzisti. Questo è folklore, si ferma tutto lì”.
Dietro il paravento del folklore e della goliardia
Ecco, il folklore, la goliardia, una giustificazione che ritorna ogni volta che il vaso di Pandora sfugge al controllo di chi lo vorrebbe ben chiuso, lasciando uscire i miasmi omofobi, razzisti e nostalgici che covano nella nostra città. Se qualcuno non si sforza di capire o semplicemente non accetta questo lato della cosidetta “veronesità” le destre veronesi, quella istituzionale e quella radicale, si compattano assumendo i toni rabbiosi di chi si sente ingiustamente offeso e accusato, e ponendosi a difesa del perimetro, del confine, minacciando chiunque osi “diffamare” Verona, fingendo di non sapere che sono i loro stessi comportamenti a provocare la reazione di chi non si adegua e invece si oppone o di chi, semplicemente, vuole fare il suo lavoro di giornalista raccontando l’evidenza dei fatti.
Anche per i due episodi che abbiamo sommariamente descritto scattò il solito copione. Per quanto riguarda i ringraziamenti ad Adolf Hitler la mozione che chiedeva all’amministrazione comunale guidata dal neo-sindaco Sboarina di condannare l’accaduto, fu calendarizzata e approvata solo dopo due mesi dalla sua presentazione e precisamente il 21 settembre del 2017, quando il clamore della vicenda si era già placati. Probabilmente un modo per non inimicarsi quella parte di votanti appartenenti ai gruppi più radicali e che avevano supportato l’elezione di Federico Sboarina.
Nel secondo caso, quello degli ululati contro Balotelli, la vicenda fu più complessa. Il sindaco e l’allenatore della squadra si affrettarono a dichiarare che non vi era stato nessun coro nei confronti del giocatore di colore. In un secondo tempo qualcuno ammise che sì, forse qualche cosa era effettivamente successo ma che tutto era riconducibile ad una decina, forse ad una ventina di tifosi. In molti, forse troppi, si abbarbiccarono a difesa del buon nome della città, sempre con il sindaco in testa, giurando e spergiurando che la tifoseria e la stessa Verona non erano assolutamente razziste e sorvolando sugli innumerevoli episodi simili accaduti in precedenza. Qualcun altro arrivò ad affermare che un giocatore professionista non può perdere la calma e scagliare il pallone in curva ma, evidentemente, aggiungiamo noi, deve abbassare la testa e contunuare a fare il suo lavoro nonostante tutto. Andrea Bacciga, uno dei due avvocati che hanno difeso nel processo il ras locale di Forza Nuova, presentò una mozione nella quale impegnava “il Sindaco, l’assessore e gli uffici legali del Comune a diffidare legalmente e/o adire le vie giudiziali nei confronli del calciatore e di tutti coloro che attaccano Verona diffamandola ingiustamente”.
Quel “tutti coloro” e soprattutto l’accusa nei confronti dei giornalisti contenuta nella premessa (“una campagna mediatica da parte di “alcuni giornalisti che, seppur non presenti allo stadio, non hanno perso l’occasione per gettare fango sulla nostra città”) allarmò una parte della cittadinanza che scrisse in merito una lettera aperta alla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, al Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti, all’Ordine dei Giornalisti del Veneto e all’associazione “Articolo 21”. Il 12 novembre, una seconda lettera aperta fu inviata alla società dell’Hellas Verona chiedendo una presa di posizione chiara e definitiva rispetto ai ripetuti cori ed atti di stampo razzista che puntualmente vedevano (e vedono) protagonista una parte della tifoseria scaligera. La società, dal canto suo, dopo le ignobili affermazioni di Luca Castellini emanò (finalmente) una “sospensione di gradimento” contro lo stesso, escludendolo così dallo stadio fino al 2030.
Secondo il collegio giudicante Luca Castellini non ha commesso alcun reato. Rispetto alle parole pronunciate durante la festa della curva sud la formula enunciata dal giudice è che “il fatto non costituisce reato”. Per le “opinioni” espresse nei confronti di Balotelli l’assoluzione è, se possibile, ancora più marcata perché mancano gli elementi per i quali il Castellini è accusato.
L’avvocato Bacciga si è affrettato ad ipotizzare che l’assoluzione sia stata il frutto delle tesi difensive improntate, appunto, a frasi goliardiche e non certo mosse da intenti istigativi all’odio razziale: “La frase in cui Castellini cita Hitler fu una provocazione. Non c’era alcuna volontà di istigare o di propagandare odio razziale. E anche le opinioni espresse su Balotelli non avevano niente a che vedere con il fatto che il calciatore sia nero”.
La sezione veronese dell’Associazione Nazionale ex Deportati e il Circolo Pink, parti civili nel processo, hanno redatto un comunicato stampa congiunto di tutt’altro tenore nel quale dichiarano la loro incredulità e disappunto (per usare un eufemismo) per la decisione del giudice.
Sappiamo bene, e riteniamo sia giusto così, che ogni processo e ogni giudizio deve analizzare i fatti specifici senza che i precedenti possano influenzarli ma la nostra preoccupazione, come giustamente recita la nota di Aned e Pink, è legata anche alla sottovalutazione di un progressivo sdoganamento di comportamenti nostalgici che risultano inevitabilmente e inestricabilmente legati a comportamenti discriminatori.
Il 4 novembre si terrà, sempre a Verona, un altro processo, questa volta proprio a carico dell’avvocato Andrea Bacciga, accusato di essersi esibito in un saluto romano durante una seduta del consiglio comunale, proprio mentre rivestiva il ruolo istituzionale di consigliere eletto nelle liste dell’ex sindaco Federico Sboarina. Il saluto fascista era rivolto alle attiviste di Non Una di Meno che assistevano, vestite provocatoriamente da ancelle, alla discussione che vedeva al centro l’approvazione di una mozione presentata da Alberto Zelger che prevedeva il finanziamento pubblico di associazioni “pro-vita”.
Rifiutiamo con forza l’idea che basti inneggiare a Hitler, o dispensare opinioni razziste su persone di colore con il sorriso sulle labbra per vedere derubricare quello che consideriamo un’istigazione all’odio razziale a semplice folklore goliardico…Oppure che si possa salutare romanamente senza che questo possa essere considerato una grave lesione alla nostra Costituzione che, con buona pace di Castellini e Bacciga, è nata proprio dalla Resistenza al nazifascismo.
Per completare questo articolo abbiamo pensato, spulciando nel nostro archivio, di offrirvi una panoramica, sicuramente incompleto, delle “gesta” compiute nel tempo da Luca Castellini, in modo che anche voi, pur non avendo facoltà giuridica, possiate giudicare se un personaggio del genere sia più folkloristico e goliardico o violento e intimidatorio!
Maggio 2001 – Il raid squadrista conto gli attivisti di Rifondazione Comunista e del Circolo Pink
Nel 2001 Castellini partecipò ad un raid squadrista aggredendo gli attivisti del Circolo Pink che supportavano un banchetto allestito nei pressi di Porta Leoni, dove nel 2008 troverà la morte Nicola Tommasoli, ucciso da alcuni giovai dei quali almeno due sodali del partito capeggiato da Castellini. Si trattò senza ombra di dubbio di violenza politica visto che il tavolo era stato previsto per contribuire a raccogliere le firme necessarie alla partecipazione del partito della Rifondazione Comunista alle elezioni politiche. Tra I feriti anche Roberto Aere, all’epoca candidato al Senato della Repubblica.
Gennaio 2003 – Il raid squadrista nello studio televisivo di Telenuovo
Nel 2003 lo ritroviamo ancora fu arrestato in seguito ad un assalto squadrista, questa volta ai danni del leader dell’ Unione Musulmani Italiani, Adek Smith, L’aggressione avvenne in diretta televisiva in quanto I forzanovisti irruppero all’interno dello studio dell’emittente televisiva Telenuovo mentre stave per iniziare un dibattito. Smith fu insultato e picchiato.
Luglio 2015 – Il pogrom contro i migranti ospitati a Costagrande
L’attitudine razzista del leader di Forza Nuova la si può riscontrare anche nell’episodio avvenuto nel luglio del 2015 quando guidò i suoi facinorosi camerati davanti ai cancelli di Costagrande, una comunità religiosa che ospitava un centro di accoglienza per migranti. Alla manifestazione razzista parteciparono anche la Lega, Casa Pound e gli integralisti cattolici di Christus Rex.
Giugno 2015 – Luca Castellini falsifica le firme per partecipare alle elezioni regionali. A vidimarle fu, secondo l’accusa, Daniele Polato, oggi consiglere regionale per Fratelli d’Italia.
Nello stesso anno Luca Castellini falsificò le firme per presentare la lista di Forza Nuova alle elezioni regionali delVeneto. Riconobbe la sua colpa e patteggiò un anno di pena. A certificare le firme fu Daniele Polato, condannato in primo grado ad un anno e in attesa di revisione in appello. Polato oggi siede in Consiglio regionale per Fratelli d’Italia e questo connubio dovrebbe far riflettere sui legami della destra radicale con il partito di Giorgia Meloni che si appresta a guidare il prossimo governo
Maggio 2017 – Quel convegno va vietato o ci penseremo noi ad impedirlo
Nel maggio 2017 ritroviamo il protagonista di questo articolo impegnato nell’impedire ad ogni costo un convegno che doveva svolgersi nell’ Università di Verona. L’incontro “Richiedenti asilo. Orientamento sessuale e identità di genere” non trovò ovviamente l’apprezzamento di Castellini e dei suoi camerati. Egli affermò che l’iniziativa andava “vietata; o ci pensa qualcuno o lo impediremo noi”. L’assemblea pubblica, programmata per il 27 maggio, verrà sospesa, (ma di fatto annullata) dal rettore Nicola Sartor che si piegò alle ripetute minacce lanciate dal partito diretto a Verona da Castellini.
Febbraio 2018 – Dalla parte di Luca Traini, il fascista che tentò la strage sparando a casaccio contro persone di colore
Ricorrderete tutu la tentata strage messa in atto da Luca Traini a Macerata quando, nel febbraio del 2018, guidando all’impazzata per le vie della città, sparò ripetutamente ferendo sei persone di colore. Al momento dell’arresto, avvolto nel tricolore e con il braccio teso, l’ex candidato nelle liste della Lega affermò: “L’Italia agli italiani. Ho fatto ciò che dovevo”. Sull’accaduto Luca Castelllini stilò un comunicato stampa nel quale difendeva Traini, dichiarando che in realtà il vero colpevole di quell’episodio di smaccatamente razzista era lo stato italiano, colpevole, a suo dire, di preoccuparsi solamente del “business legato all’immigrazione” dimenticando invece i patrioti che poi reagivano con rabbia. E’ curioso notare che sulla stessa linea si espresse all’epoca l’allora consigliere comunale, (eletto nella lista dell’ex sindaco di Verona Federico Sboarina), Andrea Bacciga che, come già scritto, ha ricoperto il ruolo di difensore nell’attuale processo.
Aprile 2019 – I saluti fascisti al corteo di Milano per ricordare Sergio Ramelli
Il 29 aprile 2019 a Milano si svolse il “corteo nero”. I fascisti per ricordare l’omicidio di Sergio Ramelli sfilarono per le vie della città, inneggiando a Benito Mussolini e levando le braccia tese nel saluto romano. Luca Castellini non poteva certo mancare…Riconosciuto e indagato.
Ottobre 2020 – Dopo gli scontri di Verona Castellini ne rivendica la paternità
Al termine di un corteo non autorizzato guidato dai forzanovisti duri scontri scoppiano in Piazza Erbe, nel centro di Verona. Nei giorni successivi verranno arrestati numerosi esponenti dell’estrema destra e nell’immediatezza dei fatti Luca Castellini rivendica l’accaduto e minaccia nuove proteste violente: “Non è che l’antipasto”.
Ottobre 2021 –L‘assalto alla sede nazionale della Cgil, Castellini denunciato per istigazione a delinquere
Luca Castellini è stato denunciato dalla Procura di Roma, assieme ad altri dirigenti dello stesso partito, per l’assalto alla sede nazionale della Cgil avvenuta un anno fa. In questo frangente l’imputazione è di istigazione a delinquere aggravato dall’utilizzo di strumenti informatici in quanto risultò firmatario del comunicato stampa rivendicativo emesso 24 ore dopo l’attacco.
Marzo 2022 – Contro Castellini viene emanato un provvedimento di sorveglianza speciale
Il 2 marzo di quest’anno, su espressa indicazione del Questore di Verona, il Tribunale di Verona ha promulgato nei confronti di Luca Castellini un provvedimento di sorveglianza speciale che non gli permette di partecipare a riunioni politiche o di lasciare casa sua senza avvisare le forze dell’ordine. Nell’occasione il Tribunale ha affermato che l’ex capo ultrà è “impermeabile ad ogni riflessione”. Nel provvedimento viene anche reso noto che, tra il 1998 e il 2021 Castellini ha collezionato ben 10 Daspo.
Folklore? Goliardia? Bah…