Le destre insorgono contro il “business dell’accoglienza”, ma il loro modello resta quello che porta morte e tortura!
Nei giorni scorsi il presidente della cooperativa Virtus, Gigi Fresco, è stato denunciato per una presunta truffa ai danni della Prefettura nell’ambito dell’accoglienza ai migranti richiedenti asilo.
Desideriamo esprimere la nostra solidarietà nei confronti delle operatrici e degli operatori e degli ospiti delle strutture, auspicando che non vi siano gravi ripercussioni nei confronti di chi rischia di essere doppiamente vittima.
Sospendiamo invece il giudizio sull’operato di Gigi Fresco in quanto non conosciamo i retroscena e gli elementi processuali.
Quello che però non possiamo non condannare è un sistema, quello dell’accoglienza, che riteniamo del tutto inappropiato e friabile fin dalla sua base. Non solamente le cooperative, e non solamente la Virtus, ma la stessa Prefettura hanno grosse responsabilità nella gestione dissennata di persone e risorse economiche. Le grosse realtà che gestiscono l’accoglienza hanno piedi di argilla e, molto spesso, cuore di cartone.
Detto questo, vogliamo denunciare anche la strumentalizzazione e l’ipocrisia che le destre sfoggiano ogni volta che il sistema dell’accoglienza rivela una delle sue numerose crepe. Quelle di Lega e Fratelli d’Italia, infatti, non sono critiche orientate a migliorare il sistema, per limitarne il “business” proponendo, ad esempio, un’ accoglienza diffusa sul territorio e che prediliga le piccole esperienze, più vicine anche umanamente alle terribili storie che spesso i migranti portano con sé, ma sono invece condanne pregiudiziali, (nel vero senso della parola) che danno loro la possibilità di lanciare i loro strali, del tutto incuranti della situazione dei migranti.
La mozione presentata dal camerata Andrea Bacciga, nella sua nuova veste di consigliere comunale della Lega, che chiede a Giunta e Sindaco di condannare ogni situazione di sfruttamento nei confronti dei migranti, avrebbe dovuto, per risultare credibile, essere presentata in occasione dei numerosi episodi di caporalato e di vero e proprio schiavismo portati alla luce negli ultimi mesi.

Nemmeno nell’eclatante caso che ha coinvolto anche alcune figure apicali di Grafica Veneta, invece, gli esponenti della destra hanno sentito il bisogno di condannare comportamenti che hanno avvallato violenze fisiche e minacce. Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, importante esponente nazionale del partito di

Matteo Salvini, in quel caso aveva addirittura difeso l’azienda, ricordando l’impegno profuso nella produzione di mascherine (peraltro non a norma) durante la fase più acuta della pandemia sanitaria, omettendo che proprio quella “miracolosa” conversione aziendale era avvenuta proprio a spese dei pachistani schiavizzati.
L’alternativa proposta dalle destre a questo sistema di accoglienza che, come detto, andrebbe profondamente riformato, è stato ripetutamente declinato e perpetrato in ogni angolo del paese: la chiusura dei porti e il blocco navale davanti alle coste libiche! Il quadro paradossale che ne esce è che, evidentemente, chi oggi blatera di sfruttamento dei migranti sarebbe disponibile a lasciarli annegare o torturare in quei campi libici che sono stati indicati dall’Onu come veri e propri lager!
Le vicende connotate da ciò che appare come vero e proprio razzismo istituzionale sono poi talmente diffuse da costituire ormai la norma e non certo l’eccezione.
L’ultimo episodio clamoroso risale a pochi giorni fa, quando Giorgia Meloni è arrivata a dire che lei è costretta a vaccinare la figlia perché i migranti, che a suo dire sbarcano liberamente nel nostro paese, potrebbero contagiarla! Dei migranti “untori” aveva già parlato abbondantemente a suo tempo anche Matteo Salvini. Eppure dovrebbero ben conoscere la reale procedura di sbarco dei migranti, che prevede tamponi e quarantena. In ogni caso, basterebbe visionare i dati istituzionali che individuano in uno 0,9% il contagio nel nostro paese derivante da persone straniere, compresi turisti e uomini d’affari.
Insomma sono i soliti fomentatori d’odio, e in alcuni casi, come quello riguardante Giorgia Meloni, a nostro avviso si prefigurerebbe il reato di istigazione all’odio razziale. Il nostro territorio non è certo da meno e offre una pletora di personaggi che sguazzano nel guano dell’ipocrisia e della strumentalizzazione, per poi presentarsi come gli unici e veri promotori dell’”accoglienza buona”, che consiste nell’aiutare poche unità di persone ben selezionate e presentandosi poi come saggi amministratori delle risorse pubblico, anche se molti di loro, a partire da Bacciga e Comencini, aderiscono al partito che ha rubato, e non lo dimentichiamo, ben 49 milioni di euro dalle proverbiali tasche degli italiani.
