L’assessora regionale Elena Donazzan e il vescovo di Verona Giuseppe Zenti uniti nella discriminazione omofoba

In una lettera aperta il vescovo di Verona, Giuseppe Zenti, ha dato indicazione di voto per i candidati che non sostengono il modello di “famiglia alterato dall’ideologia gender”.
La vicenda ha giustamente innescato risposte indignate perché, nonostante il latore della lettera non abbia esplicitato alcun nome risulta lampante il sostegno al sindaco uscente Federico Sboarina che all’interno del suo programma scrive chiaramente il rifiuto per ogni tipologia di famiglia che non sia quella “naturale” e cioè composta da padre, madre e figli.
Con quale diritto un vescovo entra nella campagna elettorale di un comune, quello di Verona, che fa parte di uno STATO LAICO? Allo stesso modo ci risulta inaccettabile l’ingerenza del vescovo Giuseppe Zenti nelle scelte sessuali delle persone. Non ne ha né il diritto né la competenza e forse varrebbe la pena ricordare i crimini commessi dalla chiesa in questo ambito, a partire dalle violenze sessuali subite dai bambini dell’Istituto religioso Provolo, a suo tempo archiviate frettolosamente proprio dal vescovo Zenti come”teorema inesistente”.

Non è nemmeno la prima volta che succede; il 14 marzo del 2015, infatti, Zenti dette indicazioni di voto, in vista delle elezioni regionali, per la candidata leghista che aveva promesso più stanziamenti per le scuole private, in gran parte, come sappiamo, d’ ispirazione cattolica.


Desideriamo inoltre puntualizzare ancora una volta che la cosiddetta ideologia gender è semplicemente un’invenzione delle destre per instillare dubbi e paure, (soprattutto nei genitori), rispetto alla volontà di traviare i loro figli per spingerli ad una sessualità omosessuale. Una persona gay, o lesbica o trans in realtà nasce e cresce con determinate pulsioni sessuali e il ragionamento che sta dietro agli inventori dell’ideologia gender denota superficialità e ignoranza. Il vero obiettivo è quello di mantenere immutate le discriminazioni verso le persone Lgbt se non acuirle in nome della necessità d’invertire la decrescita demografica senza voler aprirsi ad una società moderna, interculturale e interetnica.
In fondo si tratta dello stesso obiettivo che propugnava il fascismo quando, durante il ventennio, non solo discriminava e usava estrema violenza contro le persone omosessuali ma allargava quel tipo di discriminazione a tutto il genere femminile che veniva inteso come adibito alla riproduzione!
Le discriminazioni quindi proseguono e nei giorni scorsi ne ha fatto le spese Cloe Bianco, una professoressa trans che, dopo essere stata ritenuta colpevole di aver fatto coming out in aula è stata demansionata e giudicata non più adatta all’insegnamento dall’assessora della regione Veneto Elena Donazzan. I ruoli che ricopre, con le deleghe all’istruzione, al lavoro e alla formazione e alle pari opportunità avrebbero dovuto prestare attenzione e tutelare invece ha infierito venendo meno, per tre volte, al suo incarico.
Dopo il suicidio della professoressa, che l’11 giugno, vessata dalle continue discriminazioni, ha deciso di togliersi la vita dandosi fuoco all’interno del suo camper, che era diventata la sua casa, Elena Donazzan ha ribadito la convinzione di aver preso, a suo tempo, la decisione giusta.


Le proteste degli studenti, dei docenti e di molta parte della società civile contro le sue parole e le sue decisioni sono ascrivibili, secondo l’inamovibile assessora alla sua appartenenza a Fratelli d’Italia…E Fratelli d’Italia, assieme alla Lega e al mondo dell’integralismo cattolico sono effettivamente formazioni che più di una volta hanno espresso convinzioni a nostro avviso omofobe e sessiste, anche a Verona!
Sia il vescovo che l’assessora nel recente passato si sono distinti per affermazioni e comportamenti lesivi della laicità dello stato e discriminatori verso migranti, omosessuali e donne.
In un paese normale forse tutto questo non sarebbe accaduto o, perlomeno, avrebbe portato alla rimozione dalle cariche ricoperte o ad un trasferimento ma, in Italia, dove da sempre lo stato del Vaticano la fa da padrone e l’ideologia fascista sta rialzando la testa, tutto questo pare suscitare, al di là della giusta indignazione della cittadinanza, solamente qualche “polemica”, un termine che i quotidiani locali veronesi usano con troppa leggerezza quasi a voler minimizzare infastiditi le proteste che disturbano il manovratore!

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Andrea Nicolini
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