Il rispetto non si guadagna agitando i manganelli

IL RISPETTO NON LO SI GUADAGNA AGITANDO I MANGANELLI

La repressione del dissenso non è appannaggio della sola destra ma certamente quella parte politica è molto più incline a praticarla. Ordine e disciplina sono sempre stati sinonimi di stabilità, una condizione necessaria per il potere ma invisa a quelli che vogliono cambiare, a quelli che vogliono disturbare il manovratore. Anche noi che eravamo a Genova in quei torridi giorni del luglio 2001 volevamo cambiare le cose, pretendavamo di cambiare il mondo. Volevamo disturbare il manovratore chiuso nella sua zona rossa con il popolo che lo assediava così come accadeva in tempi lontani, con il signore chiuso nel suo castello a difemdersi da popolani irosi.

Le cose sono andate diversamente e quel movimento che il potere definiva no-global ma che invece rivendicava una globalizzazione diversa nella quale non fossero solamente i denari a potresi muovere liberamente e senza confini, si è esaurito nel tempo e quella carica di apertura verso i popoli del mondo è stata sostituita all’improvviso con l’era della paura dopo gli attentati dell’11 settembre, chiudendo gradualmente quello spazio di condivisione e di proposta per cambiare una direzione, quella dominata da un sistema di sviluppo iniquo e autodistruttivo che oggi ci presenta quotidianamnet il conto. Nelle nostre parole potete leggere l’amarezza per aver mancato l’assalto al cielo ma dietro e dentro esiste anche la consapevolezza che come un fiume carsico quelle istanze e quelle pretese torneranno a riemergere, e in parte già lo stanno facendo, magari con altre modalità ed esigenze.

In quei percorsi, capaci di unire realtà e soggettività così distanti nello spazio e nel pensiero rispettandone le specificità, e del quale Genova è stata solamente una tappa abbiamo insidiato il potere spaventandolo perché ne abbiamo svelato l’essenza, quella fetida ipocrisia devota al solo dio denaro. Anche all’epoca sugli scranni del governo italiano c’era la destra, quella di Silvio Berlusconi, oggi santificato e non solo dalla sua parte politica e c’era Gianfranco Fini che sedeva nella cabina di regia dei massacratori, al comando di quelle mute di cani sanguinari che abbattevano i loro “tonfa” sulle ossa di persone quasi sempre inermi. Stefano Massini, nel breve monologo che vi proponiamo di ascoltare con attenzione, concentra le sue parole su ciò che accade all’interno della scuola Diaz e sull’impunità che coprì i potenziali assassini, Ma non vi fu solamente la Diaz, ma vi furono anche le torture all’interno della caserma di Bolzaneto, le teste immerse nei lavandini pieni di piscio, gli inni al Duce, denti saltati e ossa rotte. Vi fu anche chi sparò in faccia a Carlo Giuliani e vi fu chi passò sul suo corpo agonizzante con la camionetta. E vi fu molto altro ancora.

La mattanza di Genova fece schifo anche ad una parte dei poliziotti, dei carabinieri e della guardia di finanza, insomma dei corpi responsabili del massacro, al punto che non furono pochi quelli che dismisero la divisa.

Ma c’è stato anche un prima e dopo Genova. Vi sono state le connivenze, ad esempio, tra l’arma dei carabinieri e gli stragisti neofascisti che, ad esempio, proprio nella casrma di Parona ebbero accesso per riunirsi, per pianificare i loro progetti sanguinari. E dopo vi furono gli Aldrovandi, i Cucchi e chissà quanti altri dei quali non conosciamo le storie.

Oggi si chiede il rispetto per le forze dell’ordine, rispetto richiesto in ogni caso, al di là delle loro azioni, e proprio mentre il manganello viene ancora agitato contro studenti minorenni e contro chi conduce proteste giudicate irricevibili dal manovratore.

Non chiedetelo a chi viene percosso e umiliato nelle galere di stato si chiamino esse prigioni o centri di permanenza temporanea o magari nelle questure, come accaduto anche a Verona, non chiedetelo ai molti, ai troppi, malmenati migliaia di volte in migliaia di manifestazioni.

Non chiedetelo a noi, a noi che eravamo a Genova in quei torridi giorni di fine lugio. Non chiedetelo a noi che conosciamo e non dimentichiamo nulla!

Qui sotto il link al nonologo di Stefano Massini:

https://www.la7.it/piazzapulita/video/47-euro-il-racconto-di-stefano-massini-01-03-2024-528977

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